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La dott.ssa Toto ha conseguito la laurea in psicologia clinica ed è specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale con lode, i...
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Convivenza e sesso
Convivenza e sesso

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L’inizio di un rapporto è caratterizzato, in genere, da una forte intesa e normalmente la sessualità nella fase dell’innamoramento, è inebriante.

Si sente continuamente il bisogno di stare a contatto con l’altro, l’idea di avere il partner tutto per sé è eccitante, il corpo è argento vivo, c’è un totale appagamento dei sensi.

Purtroppo alcune volte accade che, una volta che il partner è stato conquistato, il desiderio che prima accecava la ragione, tende a sfiorire.

La progettualità di una vita matrimoniale o di una stabile convivenza, per una legge quasi “fisica”, fa perdere una quota di autonomia e di libertà che rischia di pagarsi in camera da letto.

Un legame stabile, la certezza che all’altro, nel bene e nel male, “nella salute e nella malattia” sia dovuto starci vicino, da una parte crea i presupposti per una forma di condivisione importante e matura che costituisce una base sicura per la coppia e per la prole, ma dall’altra parte mette a repentaglio la sessualità.

Sono numerose le coppie in cui la libido sessuale si esprime in modo scarso o non si esprime affatto... allora c’è da chiedersi: dove va a finire?

Ovviamente le energie sessuali non svaniscono nel nulla. Accomodarsi in un rapporto in cui la componente sessuale scarseggia potrebbe implicare il fatto che essa stessa sia veicolata per altre strade, a volte mascherate e non direttamente collegate con la sessualità. Sintomi psicologici, alterazioni comportamentali, stress, insonnia, ansia o tono dell’umore basso, potrebbero essere in alcuni casi, espressione di un’insofferenza di fondo che affonda nella sessualità le proprie radici. Non è necessario avvicendarsi nei meandri della vita passata o in presunti traumi infantili, per capire l’origine delle proprie sofferenze o “insofferenze”. Alcune volte basta riporre lo sguardo al presente e alle proprie relazioni. Se reprimiamo, sublimiamo, neghiamo o non riconosciamo come abbastanza importante questo aspetto della vita di coppia, a cascata potrebbero verificarsi fenomeni psicologici la cui funzione potrebbe essere legata proprio all’indurci il riconoscere le nostre zone d’ombra.

La potenza dell’inconscio va oltre ogni dictat che tentiamo di imporci: nervosismo, tensione, mal di testa, stanchezza cronica, insofferenza, a volte arrivano per segnalarci che una parte importante della nostra vita, la sessualità, il desiderio, sta appiattendosi, anche se “razionalmente” non crediamo sia così.

Anche atteggiamenti compensatori come la seduttività ad ogni costo, l’estrema dedizione allo sport, la tendenza a voler essere sempre al centro dell’attenzione, o ancora l’ossessione per il lavoro e per il successo, potrebbero essere delle modalità per controbilanciare l’adrenalina dell’eros trascurato o mal vissuto.

Cosa fare se ti riconosci in questa descrizione?

Certamente non bisogna aumentare la quantità ma puntare alla qualità: ritrovare il contatto con il proprio desiderio che volente o nolente, non può essere represso.
Relazioni troppo esclusive e simbiotiche mettono alla prova il “buon sesso” che invece si fonda sull’autonomia, sulla libertà e sull’ottimistica fiducia in se stessi, sul riuscire a non perdere di vista la propria individualità pur stando in coppia.

La vita non si rivela nel puro atto sessuale ma ha bisogno di nutrirsi dell’energia sessuale per accendere i nuclei più profondi della nostra personalità.
Il sistema motivazionale sessuale resta attivo ma percorre sentieri differenti, strade mascherate e compensative, alcune volte pericolose.

Allora qual è la soluzione?

Certo, NON è nel fare sesso ripetutamente: la quantità conta poco.

Piuttosto ritrovare il contatto con il proprio desiderio per esprimere la libido che per quanto possa essere messa a tacere, è insopprimibile.

Proviamo a pensare a quanti litigi fuoribondi si risolvono poi in camera da letto. Anche una crisi che porta la coppia a lasciarsi per poi recuperarsi, riaccende il desiderio sessuale.

Questa evidenza conferma l’osservazione iniziale: l’autonomia, la libertà, il potersi concepire come persone indipendenti, pur stando in coppia, aiutano a recuperare un buon sesso che si fonda quindi su un senso di libertà e di ottimistica fiducia in se stessi, sentimenti messi a dura prova da relazioni troppo esclusive e simbiotiche.

Recuperare il contatto con il desiderio passa attraverso una buona e sana separazione ed individuazione, senza rinunciare alla coppia.

Questo ci restituisce alla vita che non si esaurisce nell’atto sessuale ma ha bisogno di nutrirsi dell’energia sessuale per accendere i nuclei più profondi della nostra personalità.

Dott.ssa Simona Toto, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Pomigliano d’Arco.
 

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